E ogni volta io rispondo: Io sono una cantante/musicista.
E ogni rivolta mi si ririsponde: Si, ma di lavoro serio intendo.
Ecco. Non avete capito una cosa miei cari amici, parenti e quant'altro.
La musica E' un lavoro. Un lavoro più di ogni altro SERIO e FATICOSO.
Non solo si deve considerare la difficoltà nella creazione musicale, del modo in cui uno può o non può trovare ispirazione, la difficoltà della tecnica, delle sfumature, della trasmissione attraverso essa delle emozioni, ma anche la difficoltà allucinante nel trovare un millimetro di spazio per esprimersi.
Mestiere quello del musicista, che più di ogni altro è divenuto rischioso e ai limite dell'impossibile. Questo perlomeno in modo evidente in Italia, vista la recente morte e sepoltura del mercato discografico, e dei discografici che ormai vivono solo di talent show.
Insomma un casino incredibile.
E si mi piacerebbe poter vivere di questo.
Il problema è che in Italia la musica è stata declassata da decenni dall' essere un "lavoro serio" o forse non lo è mai stata.
Eppure come si mangia, si ha bisogno della musica.
Non esiste e non esisterà mai un mondo senza musica, senza suoni.
E non capisco per quale motivo non debba essere considerata al pari di qualsiasi altro impegno lavorativo.
La gente pensa forse che il lavoro che sta dietro ad una canzone sia di pari intensità al lavoro che si "compie" per ascoltare la stessa canzone alla radio?
L'immaginario forse è quello del chitarrista che suona sulla spiaggia senza pensieri e in modo del tutto naturale?
Peraltro anche il chitarrista che suona sulla spiaggia deve aver avuto momenti in cui si imparava gli accordi con cura; nessuno è nato con la chitarra suonante tra le mani.
Mettiamocelo in testa che la musica non è andare a raccogliere le more in campagna.
Cerchiamo di dare una nuova dignità a quell immaginario comune che adesso vede il musicista come uno sfigato perditempo e la musica come "la cosa che suona alla radio o in tv".
Forse in questo modo potrà tornare a non essere più solo merce da televisione ma patrimonio prezioso per l'umanità.
I'm the drummer of the band
Sono completamente d'accordo.
RispondiEliminamia cara, quante e quante volte ti sentirai dire queste cose nel corso della tua carriera artistica... ma non demordere! col tempo saprai che la maggior parte di coloro che non credono nel tuo "mestiere" di musicista, sono solo degli invidiosi,che vorrebbero stare al tuo posto sul palco, ma non hanno il coraggio di ammetterlo nemmeno a loro stessi... è come la favola della volpe e dell'uva... la musica è vita. la musica è respiro. la musica, per chi ce l'ha nel sangue, è tutto.
RispondiEliminabuona domenica!
Sabrina: hai ragione sai... :)
RispondiEliminaGrazie mille per le tue parole!
a presto!!
E' da un pò che vorrei commentare questo post ma è un discorso lungo...
RispondiEliminaTi chiedo una cosa: hai parlato di lavoro, di fatica, mai non hai accennato al talento e all'arte, perchè?
Ciao Roberto!
EliminaGuarda hai ragione.
Quando ho scritto questo questo post non ho inserito nel discorso tutti gli argomenti più pertinenti. ( cosa che richiederebbe peraltro pagine infinite di blog! )
Ho tralasciato il fatto che si sta parlando di arte e che il "lavoro" che ne deriva ha a che fare col talento di ognuno di noi.
Ho considerato la creazione artistica come lavoro, perché in fondo lo è, anche se implica soluzioni e applicazioni mentali totalmente diverse (dai lavori non artistici).
Questo perché volevo dare una risposta a chi di lavoro mi parla continuamente. Che non sa delle strade dell'arte e della forza del talento.
E' difficile parlare d'arte a qualcuno che non sia a sua volta artista.
O almeno dipende dalle persone. C'è chi crede nell'arte e chi la considera una perdita di tempo o un trastullo per fannulloni.
Poi c'è anche un altro fatto, ovvero che parlare d'arte è difficile anche perché l'arte è difficile!
Io ho fatto un discorso che valesse per tutti coloro per cui la musica è una passione e quindi si adoperano in vari modi per essa.
E tutti possono farlo. Ma non tutti producono arte.
Non tutti i musicisti ( inteso come coloro che si approcciano ad uno strumento qualsiasi) posseggono il talento necessario per far vibrare la musica nel modo giusto.
Con l'arte tutti possono avere a che fare ma non tutti possono "farla".
Almeno io sostengo questa ipotesi :)
Quindi nell'approccio all'argomento sono stata molto più superficiale di quanto il discorso richiederebbe.
E il discorso è veramente veramente lungo come dici anche tu :)
Sì, condivido.
EliminaTuttavia non sarei così pessimista riguardo allo stato della musica in Italia; pur non valorizzandola credo che riusciamo ancora a produrre cose che, fatta eccezione per la galassia anglosassone, difficilmente si possono trovare altrove.
L'industria discografica ingabbia i talenti e libera polli d'allevamento ma, fortunatamente, con i nuovi media c'è anche la possibilità di scavalcarla per arrivare direttamente al proprio pubblico.